Quando

dal 19 novembre 2002 al 4 giugno

La terza grande mostra del Museo fu quella Leonardo Da Vinci. Genio Curioso, allestita dal 19 novembre 2002 al 4 giugno 2003 e realizzata in collaborazione con il Museo Leonardiano di Vinci. Il mito di Leonardo quale genio universale resiste attra- verso i secoli, grazie alla vastità delle sue ricerche, al mistero che avvolge il personaggio, agli studi che su di lui continuamente si compiono, ma soprattutto per la grande simpatia che fa sorgere in chiunque entri in contatto con la sua opera pittorica, letteraria, creativa e geniale.

Erano 19 i grandi modelli esposti al Museo, corredati di pannelli esplicativi, proprio quelli normalmente esposti al Museo di Vinci, realizzati dalle sapienti mani di alcuni artisti negli anni ’30 e ’50 del Novecento, sulla base di un attento esame delle pagi- ne dei codici. Raggruppati in cinque tipologie – volo, acqua, architettura e cantiere, guerra, lavoro – i modelli fornivano una panoramica della vastità e varietà degli studi leonardiani. Oltre ai modelli delle macchine erano presenti circa 70 tavole del Codice Atlantico nella prestigiosa edizione Hoepli del 1894 curata dall’Accademia dei Lincei. Il Codice Atlantico, chiamato così per la dimensione delle pagine, è uno dei 10 codici che raccolgono le migliaia di pagine di appunti, disegni e progetti del genio toscano. In particolare quello esposto al Museo del Territorio era il risultato dell’opera dello scultore Pompeo Leoni che nel nobile intento di impedire la dispersione delle tavole, incollò i ritagli su due grossi album dando vita a due codici artificiali. Un intervento di restauro effettuato in questo secolo ha disfatto l’opera di Leoni ridando piena leggibilità ai frammenti dell’Atlantico.

Molte delle opere in mostra riguardavano l’arte della guerra come la mitragliera a tre file di canne o il carro armato, dotato di ruote, che sparava in circolo con cannoni disposti da tutti i lati, oppure erano degli strumenti utili agli eserciti, ad esempio il battipalo, per costruire più celermente gli accampamenti, o il ponte girevole o ancora il ponte salvatico, una geniale struttura pensata per essere montata senza l’ausilio di nessun chiodo grazie all’incastro di pali di legno. Incredibile era anche il palombaro, una sorta di muta an- tesignana dei moderni scafandri, corredata da un guanto palmato, una sorta di pinna da indossare nelle mani per andare più veloci sott’acqua. Tutte le macchine leonardiane erano capaci di suscitare un continuo stupore nei visitatori, dal prototipo del battello a pale all’ascensore a manovella, praticamente un montacarichi a mano, dalla sega idraulica all’albero su supporto a rulli. Non mancavano infine invenzioni meno scenografiche, ma straordinarie per la loro semplicità. Tra queste l’elemento a catena, ovvero il componente che consente la realizzazione delle catene di trasmissione come quelle della bicicletta, e del cuscinetto a sfere, anch’esso strumento imprescindibile della meccanica che ancora oggi ritroviamo in molti strumenti del quotidiano. Durante l’evento espositivo si sono svolti convegni e dibattiti tra i quali spicca quello sulla comunicazione, snodo fondamentale nel cammino del progresso nel mondo, un settore fondamentale perché le nuove opportunità di circolazione del sapere costituiscono una premessa decisiva per la crescita della consapevolezza critica soprattutto dei giovani. Lo stesso Leonardo, oltre cinque secoli or sono, ha intuito la rilevanza di questo settore, quando, un po’ per gioco e un po’ con enfasi seriosa, scriveva: “Parleransi li omini di remotissimi paesi l’uno all’altro e risponderansi”. Per il genio vinciano il superamento delle barriere, tecniche e culturali, fra gli uomini e le diverse culture era una condizione fondamen- tale per il progredire della civiltà. Leonardo, espressione del suo tempo, uomo non lineare né semplice, ma ricercatore contraddittorio di pensieri e comportamenti, rappresenta in modo più efficace di altri l’inquietudine di un’epoca in cui la società va trasformandosi da teocentrica in antropocentrica e l’armonia, che prima era data per scontata, fosse pure di un altro mondo, ora è un problema.