Quando

dal 5 marzo 2010 al 5 settembre 2010

La mostra realizzata dal 5 marzo 2010 al 5 settembre 2010 è stata organizzata dalla curatrice indipendente Trisha Ziff e dall’UCR/ California Museum of Photography, University of California, Riverside, in stretta collaborazione con il Centro de la Imagen di Città del Messico e Zonezero.com. Inoltre, per la sua realizzazione è stato necessario l’apporto di alcune organizzazioni: il 212Berlin di Città del Messico e l’Anglo Mexican Foundation, ma anche il Center for the Study of Political Graphics di Los Angeles, la Collezione David Kunzle di Los Angeles, il Darrel Couturier – Couturier Gallery di Los Angeles e, infine, l’Estate di Alberto Korda, quali principali prestatori. Data la sua natura itinerante, la mostra è stata esposta in diverse capitali mondiali, cominciando il suo tour al Centro de la Imagen di Città del Messico, proseguendo al Victoria and Albert Museum di Londra e poi all’International Center for Photography di New York e al Trophen di Amsterdam, seconda tappa europea. Nel 2007, la Mostra è sbarcata alla Triennale Bovisa di Milano e successivamente a Barcellona, Lisbona e Istanbul.

L’idea della mostra, intitolata ¡CHE! REVOLUCIÓN Y MERCADO – Ernesto Che Guevara. Rivoluzionario e Icona, trae ispirazione dalla celebrazione dell’immagine più rappresentativa del Che: il Guerrillero heroico di Alberto Díaz Gutíerrez, alias Korda (1928-2001). Si tratta probabilmente dell’immagine più riprodotta nella storia della fotografia, un ritratto che nel tempo si è trasformato nel simbolo della ribellione giovanile di mezzo mondo e nell’emblema della lotta per i diritti e per la libertà delle minoranze oppresse. La mostra esamina la straordinaria potenza dell’immagine del Korda e la storia della sua diffusione a partire dalla sua prima pubblicazione. Non a caso la fotografia fu scattata il 5 marzo del 1960 da Alberto Korda, il fotografo personale di Fidel Castro. Il giorno prima una nave mercantile francese, La Coubre, era esplosa nel porto dell’Avana (trasportava più di 70 tonnellate di munizioni belghe destinate alla causa della rivoluzione) uccidendo circa un centinaio di cubani (il numero varia a seconda della fonte). Il presidente Castro, oltraggiato e convinto che l’attentato fosse opera della CIA, volle un funerale pubblico al cimitero della capitale e, davanti a migliaia di perso- ne, tenne la sua orazione. Tra la folla c’era il Korda, che puntando l’obiettivo sul palco delle autorità scovò un Ernesto Che Guevara “encrabronado y dolente” (corrucciato e triste). Un’espressione mitica, colta quasi per caso, ma da immortalare per la sua fierezza e risolutezza e consegnare alla storia.

Quello che successe alla fotografia dal momento in cui venne scattata ai giorni nostri è una vicenda piuttosto complessa e caratteriz- zata da risvolti contrastanti, talvolta inaspettati. Il ritratto del Che eseguito da Korda fu pubblicato per la prima volta sul quotidiano cubano Revolución per la promozione di una conferenza che si sarebbe dovuta tenere nel giorno del fallito sbarco alla Baia dei porci. Da allora sarebbero passati altri sei anni prima che l’immagine diventasse così famosa e fosse riprodotta sui manifesti di tutta Euro- pa. Praticamente sconosciuta prima di essere riprodotta in Italia da Giangiacomo Feltrinelli (editore d’avanguardia, ammiratore della rivoluzione cubana), con la morte del Che (9 ottobre 1967) l’immagine divenne – all’improvviso e in tutto il mondo – l’icona della rivolta studentesca del ‘68. Comparve quindi su poster, magliette e oggetti vari, e venne utilizzata in una miriade di manifestazioni di protesta negli anni successivi, contribuendo in modo fondamentale alla nascita e alla diffusione del suo mito. Le complesse convinzioni ideologiche del rivoluzionario da una parte continuano a vivere nelle rivendicazioni delle popolazioni oppresse dell’America Latina, del Medio Oriente e dell’Asia, dall’altra finiscono per esserne spogliate e poi confuse col generico simbolismo rivoluzionario diventando parte integrante della cultura popolare, della moda e della celebrità. Dalla copertina dell’album American Life di Madonna all’American Five Dollar Bill di Pedro Myer, in cui il viso di Abraham Lincoln è sostituito da quello del Che, il Guevara del Korda mostra una natura populista e, al contempo, controculturale.

Oggi quell’immagine – proprio come la Gioconda di Leonardo – è oggetto di caricature, parodie e reinterpretazioni, alcune diventate a loro volta altrettanto celebri come quelle di Andy Wahrol e Jean-Paul Gaultier (facenti parte della mostra).
La Mostra – costituita da circa 200 oggetti – propone una rassegna di fotografie, manifesti, filmati, capi d’abbigliamento e oggetti provenienti da oltre trenta nazioni. Questa collezione ricostruisce la storia della fotografia dall’originaria valenza politica rivoluzionaria fino agli attuali utilizzi commerciali in continua espansione. Tra gli oggetti esposti vi sono 40 fotografie e opere d’arte di celebri artisti e fotografi famosi tra cui il brasiliano Vic Muñiz, i messicani Rubén Ortiz Torres e Pedro Meyer, l’americana Annie Liebowitz, il francese Raymond Depardon, gli inglesi Martin Parr e Steve Pyke, e l’argentino Marcos Lopez. Inoltre, vi sono alcune opere del cubano José Angel Toirac, 40 poster originali prestati dal Center for the Study of Political Graphics di Los Angeles, e provenienti da Cuba, Messico, Brasile, Vietnam, Stati Uniti e Irlanda.

Completano la mostra 100 manufatti – tra vessilli e cimeli personali – del Che provenienti da Iran, Russia e Cuba, alcuni video e le ricostruzioni storico-culturali affidate ai pannelli di approfondimento. Infine, come da politica del Museo del Territorio, anche in questa mostra era presente una sezione dedicata alla Sardegna e al suo legame con il Che, in particolare alla sua immagine. Sono stati esposti i giornali sardi dell’epoca, le opere di artisti sardi ispirate al mito del Che e testi dell’epoca che circolavano nel territorio isolano.